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i migliori vini scelti per voi

Montevetrano 2010

Nato dall'entusiasmo di poter sperimentare con un gruppo di amici la passione condivisa per il vino, oggi Montevetrano è in piccole quantità su tutti i mercati del mondo. La proprietà di 26 ettari, in passato appartenente ai Borboni, fu acquistata agli inizi degli anni '40 dai nonni Imparato. Nel comune di San Cipriano Picentino, è a 20 km dal centro di Salerno. Da un lato Paestum e la cultura greca, dall'altro Pompei e la cultura romana! A pochi km dal mare, è in collina, a 130m. Produce un vino solo, il Montevetrano.

Taurasi

Il Poliphemo di Tecce è l'esempio di come dev'essere concepito un Taurasi di pregio: potente e al tempo stesso elegante, avvolgente senza mai essere eccessivo. Un grande vino. Luigi Tecce è un maestro assoluto della viticoltura campana, un uomo innamorato della propria terra e delle proprie vigne, mosso da un rispetto viscerale e autentico per la natura. Le sue qualità umane e il suo tocco magico in vigna si ritrovano in tutti i suoi vini e, in particolare, in questo Taurasi. Al naso, il Poliphemo libera un'inebriante catena di sentori fruttati, speziati e minerali. In bocca ammalia per eleganza e potenza, come solo un vino davvero eccellente sa fare. Dopo aver degustato le nuove annate, abbiamo avuto la conferma di quanto pensiamo da tempo: Luigi Tecce è uno dei produttori più visionari e competenti del panorama vinicolo italiano.

Taurasi Riserva 2006 Di Meo

Alle Anteprime del Taurasi l’annata 2009 è stata superata di gran lunga dalle bottiglie dell’annata 2008.  La classifica con i magnifici 10 vede Contrade di Taurasi con il suo Coste dell’enologo Vincenzo Mercurio in ampio e solido vantaggio su tutti gli altri.

Taurasi Vigna Macchia Dei Goti 2008 Caggiano Antonio

Il Macchia dei Goti, il VignaCinque Querce e il Radici di Mastroberardino. Sono questi ormai i tre Taurasi di riferimento consolidati dalla storia degli ultimi vent’anni nell’areale rosso più importante del Sud. Un anno importante per l’azienda taurasina che ha trasformato il vino in paese, già perché prima della nascita di questa cantina esisteva il vino ma quasi mai nessuno degli appassionati era mai stato nel centro che ha regalato il nome all’Aglianico più importante dell’Appennino Meridionale.

Falerno del Massico

Il vino più noto, più apprezzato e più costoso dell'antichità. Si può considerare il primo D.O.C. dell'enologia mondiale. Infatti gli antichi romani, che lo avevano in massima considerazione, usavano conservarlo in anfore chiuse da tappi muniti di targhette (pittacium) che ne garantivano l'origine e l'annata Tibullo pregava - nunc mihi Gumosus veteris proferte Falernos - di avere subito una coppa di Falerno, vecchio e affumicato. Plinio, Marziale, Orazio, Cicerone ne hanno più volte tessuto le lodi. Petronio Arbitro racconta che durante la famosa cena di Trimalcione gli haustores, (gli antichi sommeliers) servirono un Falerno vecchio di 100 anni. Il conclave falerno del massico papa è un vino di grande fittezza, morbidezza e nettezza. 

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