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RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA NELLE RESIDENZE STORICHE

L’intervento del “Wine designer” nell’affrontare una ristrutturazione in cantine vetuste, tra vincoli architettonici e problemi strutturali.

In questo articolo, sviluppato come sempre in collaborazione con “Cantine Fatte ad Arte” e Laura Frattini Sommelier “Wine Consulting & Executive Director”, parleranno di come bisogna approcciarsi quando si vuole ricavare uno spazio idoneo per il vino in un’abitazione già esistente e datata, sia che si tratti di un’antica dimora con al suo interno dei vincoli architettonici da rispettare, sia nei casi di ville o costruzioni in generale vetuste.

Obiettivamente tali interventi fin dal primo approccio risultano più articolati, e il lavoro dell’architetto, assieme al Wine Designer, risulterà più limitato ma non per questo meno incisivo.
Lo svolgimento dei lavori edili sarà inevitabilmente più delicato e bisognoso di attenzioni prima, durante e dopo la realizzazione.

La procedura iniziale richiede l’analisi degli impianti tecnologici (elettrico, termoidraulico e di climatizzazione); l’esperienza conferma che, nella maggior parte dei casi esaminati, sono necessari interventi importanti per rimetterli a norma ed in sicurezza secondo le leggi attuali.

È certo che tale tipo di ristrutturazione si presenta decisamente complicata ed articolata: il progettista si trova a dover intervenire su di un costruito già esistente e dovrà mettere in pratica tutte le sue conoscenze tecniche e applicarle con accuratezza e parsimonia, per quantificare esattamente quello che c’è da togliere e quello che invece si riesce a conservare.

Ogni intervento è a sé; caso per caso occorre un progetto mirato e personalizzato;
orientativamente si può riassumere, per rendere meglio l’idea, quale sia il primo passaggio importante come intervento strutturale.

“Quello che si può togliere dalle murature esistenti che verranno inevitabilmente abbattute e al tempo stesso capire quello che invece si riesce a conservare, recuperando tutto quello che c’è di buono, riuscendo a ripristinare un’estetica dell’epoca.
Tale intervento è basilare per poter sfruttare spazi e metri quadri utili al progetto, per trovare il giusto collocamento della bottiglieria ottimizzando al massimo alcuni spazi e/o lasciarne altri inutilizzati.”

L’interazione tra il wine designer ed il committente è fondamentale

Il secondo passaggio consiste nel portare a conoscenza del committente quali siano gli spazi che si riesce a riutilizzare dopo aver sviluppato l’analisi: e in risposta lui esporrà le sue idee, i suoi desideri ed ambizioni su come vorrebbe vedere realizzata la sua cantina per la conservazione delle bottiglie. Questa interazione consente di intervenire ed arredare consapevolmente un ambiente nel migliore modo possibile.

A differenza delle costruzioni nuove, nelle quali si riesce sempre a garantire la conservazione delle bottiglie con un corretto equilibrio delle variabili termo-igrometriche e di illuminazione artificiale-naturale, nelle ristrutturazioni tali variabili sono soggette a scelte delicate ed è necessaria una maggiore attenzione, e qui riportiamo un esempio preso da “Cantine fatte ad arte”:

“Gli interventi di mascheramento e di protezione dell’impatto della luce solare diretta non vanno trascurati perché porterebbe ad una nefasta modifica dei valori testé citati a scapito della buona conservazione del vino in bottiglia”.

L'ESPOSIZIONE

Bisogna tenere in considerazione l’esposizione della bottiglieria, per non cadere nell’errore di collocare la collezione di vini in un vano assoggettato a ripetuti cicli di forte insolazione (azione diretta della luce solare), sbalzi termici stagionali (caldo-freddo), sequenze acustiche-vibrazionali provenienti dall’esterno e non per ultimo le fasi di inquinamento luminoso artificiale. Tutti questi fattori provocherebbero effetti indesiderati sulla conservazione del vino in bottiglia, soprattutto se in vetro chiaro.
Si consiglia sempre di ubicare la costruzione enotecnica rivolta verso nord o al più a nord-est rispetto all’edificio: il locale deve risultare asciutto, ed è fondamentale intervenire sugli ambienti vetusti con gravi formazione di umidità, fare i necessari trattamenti per riportare l’ambiente ad una temperatura costante che non superi mai i 12 C°.

Nelle residenze soggette a vincoli architettonici abbiamo maggiori limiti: al piano interrato o piano campagna si trovano frequentemente nel soffitto delle volte che non possono essere demolite: ma intervenendo con una buona azione di stuccatura, o rifinitura con mattoncini/pietra o verniciatura si riesce a riportarne in auge tutta l’originaria bellezza.
Nelle pareti si possono trovare degli affreschi che non permettono l’arredo di quello spazio e dunque non sarebbe possibile anche volendo inserire una bottiglieria aperta, bisogna riutilizzare materiali di recupero e non nuovi materiali edili per pavimenti, colonne portanti e finiture.
Se l’ambiente non ha vincoli si avrà una maggior libertà di demolizione e si otterrà una ristrutturazione più funzionale, inserendo con maggior facilità gli impianti tecnologici con un maggior spazio di manovra. Ogni cantina da ristrutturare presenta i suoi specifici vantaggi e svantaggi, ma questo non impedisce di trovare un equo compromesso, e anche nei casi limite si è riusciti a trovare degli “escamotages” progettuali per armonizzare il fascino dell’antico con un tocco di modernità.

Nel prossimo intervento illustreremo altri elementi utili da tenere bene in considerazione per conservare al meglio i vini acquistati, ma anche soluzioni di interior wine design che trasformano un ambiente anonimo in uno spazio molto esclusivo e particolare.

Cantine fatte ad Arte® - Arch. Edoardo Venturini
viale Stazione, 134 - 35036 Montegrotto Terme (PD)
email: info@cantinefatteadarte.it

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Comments(1)

  • 5 Ottobre 2019, 7:35  Rispondi

    Buongiorno Laura Frattini,
    Complimwnti per il servizio fatto, chiaro e Professionale come sempre!!!

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